LEONE ( LEO, Leonis, Leo)

Introduzione:
E’ una grande costellazione zodiacale di 947 gradi quadrati e si trova sotto le zampe della vicina Orsa Maggiore. E’ senza dubbio una delle costellazione più note grazie anche alla presenza di numerose stelle luminose; è proprio grazie a queste che il Leone si rende subito riconoscibile perché il cielo di inizio primavera è scarso di astri appariscenti. Questa costellazione si estende su una superficie che ricorda un po’ quella di un quadrilatero; in quel settore di cielo vi è un’immensa area dove l’assenza della Via Lattea ci consente di apprezzare l’universo extragalattico.

Mitologia:
Questa costellazione è una delle più antiche, nota fin dai primordi della civiltà umana; infatti, molti popoli dislocati anche in distanti aree geografiche tra loro, riconoscevano in questo asterismo il temuto felino, simbolo di forza e coraggio.
Se guardiamo bene, questa costellazione, insieme alla Lepre, i Pesci, il Toro e lo Scorpione è una delle poche che sembrano delineare ciò che rappresentano.
Per l’antico popolo mesopotamico degli Accadi, Regolo (la stella a, ossia la più luminosa di una costellazione) era il “ Re della sfera celeste”; per il popolo Babilonese era semplicemente “il Re”, mentre per gli antichi Ebrei era “ la stella del Re”. I Greci, come anche i Romani, la designarono “Basiliscos” ossia “ il piccolo Re” o “ reuccio” dove l’aggettivo “piccolo” le fu probabilmente assegnato perché più era debole di altre “stelle reali” come Antares, Fomalhaut e Aldebaran; queste tre stelle, insieme a Regolo, erano caratterizzate del fatto di essere le quattro stelle più luminose vicino all’eclittica (il percorso del Sole durante l’anno); ogni stella delineava la rispettiva stagione e questa particolare posizione le legava al potere del Sole, della Luna e dei Pianeti. Regolo era considerata la suprema fra tutti gli astri del cielo.
Gli antichi astronomi cinesi adottarono la costellazione del Leone, come tale, solo nel XVI° secolo.
Oltre a varie denominazioni, vi fu quella di un “Grande Carro del Cielo”; questo asterismo, era delineato da una catena di stelle con alla base proprio Regolo e che richiama alla mente la forma di un carretto, simile a quello delle due Orse.
Per gli Accadi invece lo stesso asterismo era una scimitarra celeste e tuttora, nel mondo astronomico anglosassone, questo asterismo viena chiamato “ The Sickle” ossia “ il Falcetto” ed è l’elemento più noto e riconoscibile della costellazione del Leone, come il “Gran Carro” lo è dell’Orsa Maggiore ed il “Grande Quadrato” lo è del Pegaso.
La mitologia degli antichi greci associò la figura del felino a quella del Leone Nemeo che fu la prima delle fatiche di Ercole.
Lo stesso asterismo fu invece interpretato dai romani come il Leone in cui si trasformava il dio Bacco (definendolo come “Bacchi Sidus”).
Anche gli arabi vedevano in quelle stelle la figura di un leone, pressochè identica a quella che vedevano gli altri popoli mediterranei anche in epoche precedenti. Anche le tribù beduine interpretavano la costellazione con un leone chiamato “Asad “ , ma era una costellazione talmente vasta che, probabilmente, fu la più grande che la fantasia dell’uomo abbia mai immaginato; il Leone che noi oggi vediamo, ne rappresentava una piccola parte (solo il petto).
Oggi vediamo il Leone come accovacciato, e questo ci ricorda un po’ la famosa Sfinge di Giza che numerosi studiosi ritengono sia stata costruita in modo da rappresentare la costellazione al momento del suo sorgere.

Stelle Variabili:
Per chi si interessa di variabili, anche qui basta uno strumento modesto e, con il solito atlante e la solita tabellina, allegata provate ad osservare la AD, che è un’eruttiva tipo UV Ceti.

Oggetti Deep-Sky:

In questa plaga di cielo si riesce ad apprezzare al meglio l’universo extragalattico.
Vi sono numerose galassie del Catalogo di Messier, alcune delle quali già visibili in un binocolo.
Per chi si interessa di astrofotografia questo è un campo ricco ed interessante; per chi possiede strumenti a lunga focale o apparecchiature CCD, c’è l’opportunità di cogliere particolari elusivi quanto interessanti sia da un punto di vista estetico che scientifico.